Di seguito l’intervento di don Pasquale Russo alla presentazione del libro di Michele Furchì “Una vendetta sbagliata. Campoti e Barraccoti” il 26 agosto a Santa Domenica di Ricadi.
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MarioVallone
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Michele Furchì è un AFFABULATORE.
Da Cinanca a La malediione del latte, alla vicenda di Peppareo Bonporte in L’uomo che prevedeva il futuro fino a questa ultima fatica Una vendetta sbagliata è un RACCONTARSI tra memoria e fantasia. Michele diventa di volta in volta protagonista, testimone diretto, custode e rivelatore di vicende antiche trasmesse a lui dagli anziani. E’ il borgo di Santa Domenica che rivive ricchezza e povertà, pace e guerra, violenza e condivisione, fede e disprezzo della dignità umana: un paese, una campagna dove le relazioni si intessono sul filo delle appartenenze e sulle basi di una società arcaica chiusa in un ambito geografico molto limitato ma che viene esaltato come il più bello del mondo.
Michele usa un linguaggio popolare, con enfasi, superlativi, arricchito dalla sapienza popolare, contadina, mediante i proverbi soprattutto. Nella narrazione le digressioni abbondano come racconti nel racconto ed emergono frequentemente le visioni socialiste assieme alla professione di fede religiosa del credente Michele Furchì che dipana nei diversi approcci narrativi l’amore per la sua terra.
Lo sfondo di questo romanzo è la società locale del primo Novecento. Non è storia. Mancano i documenti, le verifiche, le interpretazioni. E’ cronaca rivisitata fantasticamente tenendo presenti fatti e personaggi reali.
Non c’è nostalgia per il passato di povertà e soprusi, ma sconcerto e amarezza per l’appannarsi e la scomparsa di valori fondamentali della comunità. Si tratta di una realtà rurale che obbedisce a codici atavici che i tempi dissolvono nelle contraddizioni crescenti, una struttura sociale arcaica che non riesce a produrre uno statuto giuridico di garanzie, una realtà sociale fondata sulle relazioni e non sulle competenze e sui ruoli.
Lo sguardo di Michele si pone con partecipazione e passione sul piccolo mondo paesano come per accompagnarne l’uscita verso un mondo più giusto che non perda però l’umanità che lo sostiene.
CAMPOTI E BARRACCOTI non è certamente una lettura del rapporto città-campagna, è piuttosto la piattaforma di una guerra tra poveri che passa tra passioni e devozioni pervenendo alla violenza, alla illegalità, alla criminalità attraversando le contraddizioni dell’esistenza con la forza dei vincoli di sangue e la potenza dell’amore che tutto sconvolge e travolge.
PASQUALE E MARGHERITA sono i protagonisti e le vittime di un formicaio umano dove criminalità e omertà non consentono al loro grande amore di celebrare la vita.
Da una tragedia famigliare, l’uccisione di Antonio Mariano, padre di Pasquale, nasce il bisogno del riscatto mediante la vendetta, secondo un codice arcaico che vuole lavare col sangue lo spargimento di sangue. Gli intrighi impediscono di scoprire il colpevole mentre il giovane Pasquale va maturando il piano di giustiziere coltivando nello stesso tempo un amore sviscerato per Margherita…
Pasquale Russo