Recentemente ho pubblicato, col marchio Mario Vallone Editore, una raccolta di poesie di un autore sardo, Vincenzo Moretti, intitolata “Dall’isola nell’isola. Versi dall’Ogliastra”.
Di seguito la presentazione del libro che porta la firma di un’altra mia autrice, anche lei sarda: Katia Debora Melis.
m.v.
PRESENTAZIONE
La lunga assiduità di Vincenzo Moretti con la poesia, per formazione e per professione, tanto in ambito didattico che negli ambienti culturali prima piemontesi e poi sardi, ingenera un meccanismo narrativo e comunicativo lirico, talmente naturale da rendere pressoché inesistente qualsiasi tipo di diaframma tra autore e lettore.
Così di lui, già allievo di Giorgio Bárberi Squarotti, avvezzo al mondo della critica letteraria e ai meccanismi della composizione del testo scritto, si legge ogni lirica come la più semplice mai letta, la più immediata. In questo, a mio avviso, la grandezza di uno scrittore che tutto il suo bagaglio culturale, e il lavorio del “labor limae”, tanto fortemente possiede e domina da farlo quasi scomparire agli occhi dei suoi lettori che possono apprezzare la bellezza del suo testo finito, senza nessun tipo d’appesantimento.
La presente plaquette, tanto preziosa quanto umile, nitida e incisiva, coi suoi quadri descrittivi nitidi e puntuali di terra e cielo e mare e altri luoghi/non-luoghi, conserva un forte legame con la precedente raccolta poetica, “Terra di salute”, pubblicata nel 2016. Infatti, alcuni dei suoi testi (Terra di salute, I segni della nuova fiamma, Agugliastra e Colori da una spiaggia) compaiono tra le diciassette liriche presentate ora al pubblico, inseriti in un ampio articolato discorso che unisce le terre vissute, attraversate, le esperienze e le sensazioni, il tempo passato e presente. Ci accompagna, Vincenzo Moretti, in questo suo prezioso itinerario “Dall’isola nell’isola”, con una voce che si alza contro “l’impunito capitalismo colposo e doloso” ancora oggetto di denuncia, come già nei suoi racconti de “La scomparsa” e nei versi in “Terra di salute”. Di quale isola il nostro Autore ci voglia parlare, è già implicito nella forma e nella struttura del titolo in cui si ripete il sostantivo per differenziarne l’essenza, la sostanza, la forma. Isola reale, fisica, che richiama altre isole, fatte di paesaggi peculiari, spazi propri, con propri microclimi e abitudini, aria diversa da respirare, orizzonti differenti oltre i quali uscire dalla propria isola, quella che noi stessi siamo, oppure entro i quali trincerarsi, nascondersi, proteggersi e farci noi stessi, per scelta, isola nell’isola.
La struttura della raccolta è già accoglienza, con l’apostrofe A chi leggerà, ampiamente illuminante su presupposti e ragioni alla base della pubblicazione. Il Prologo, che fa da trait d’union con la precedente produzione, ne segna poi marcatamente la continuità e ci porta per mano fino in Ogliastra, tra chiose didascaliche e scansioni in quadri, accompagnate da preziose citazioni letterarie e riferimenti bibliografici che rendono l’insieme non meno godibile e, anzi, ampiamente adatto alla fruizione di ogni lettore, anche il meno edotto sui singoli luoghi narrati e cantati. Non servono qui né fronzoli né infingimenti. Al contrario la volontà di chiarezza è massima e ampiamente raggiunta nella limpidezza formale, ove la prosa e la poesia s’incontrano e divengono compagne di strada che raccolgono nuovi compagni lungo il percorso disegnato dall’Autore tra le righe di una raccolta che si configura come un vero e proprio poemetto, volutamente umile, lo ripeto, utile, prezioso come uno scrigno di piccole perle coltivate nel tempo di una vita e donato alla nostra lettura.
Cagliari, 25 luglio 2019
Katia Debora Melis