di Maria Luisa Sgandurra
Mario Vallone Editore
Riflessioni di Andrea Runco
Dinanzi all’eterno quesito “Chi sono?” l’uomo si pone tanti interrogativi senza riuscire a trovare il bandolo della matassa. A meno chè non voglia ricorrere al consulto di professionisti esperti o al supporto chiarificatore che la nostra autrice Maria Luisa Sgandurra ci offre con la sua importantissima opera: “Il sentiero dei Nubi”.
Ella, basandosi su principi scientifici ormai consolidati, pone questo suo lavoro come mediatore tra l’imperscrutabile e il reale, nel tentativo di dare dei chiarimenti a quanti abbisognano di una risposta esaustiva.
Per rendere possibile questo intento, con diversi riferimenti alla psichiatria e alla psicoanalisi Junghiana sulla teoria degli archetipi, l’autrice fa compiere un viaggio al protagonista della storia, Thebauryon, tra gli stadi della sua coscienza, e in particolare intorno al mondo dei sogni e ai loro significati più ancestrali che gli consentono di autoanalizzarsi, fino a giungere alla scoperta consapevole di quell’io profondo di cui ogni essere vivente è dotato fin dall’origine, il quale per sua natura assume le veci di sentinella critica e neutrale, senza imporre i suoi principii ancor prima che l’uomo cada in errore. Infatti solo dopo che ogni male è stato commesso, perché non si è data retta alla ragione, ella si manifesta insistentemente ricordando all’essere razionale, l’onta arrecata al proprio equilibrio e a quello altrui. Quindi vestendo i panni di fustigatrice, accusa chi si nutre di odio e propina qualsiasi forma d’ingiustizia nei confronti del suo prossimo e dell’intero creato.
Volendo prendere qualche piccolissimo spunto dall’opera in oggetto, tra quelli che maggiormente richiamano l’umanità al vivere saggiamente, possiamo dire che il suo incipit coincide con l’inizio del viaggio che Thebauryon si approssima a fare in un mondo fantastico dove i sogni la fanno da padrone.
Da profano dico che non ho contezza se tutte le esortazioni implicitamente raccomandate nel testo, fanno veramente parte della filosofia psichiatrica e psicoanalitica, scienze quasi sempre demonizzate dagli esseri umani, i quali solo a sentirsi dire che abbisognerebbero di alcune sedute terapeutiche per guarire, o quantomeno attenuare gli eccessi ai quali spesso si abbandonano, si considerano marchiati da un qualcosa che sembra preludere alla distruzione mentale e fisica del soggetto, perché si pensa subito alla schizofrenia.
Però è anche vero che se gli aspetti scientifici narrati corrispondono alla realtà di quanto affermano, a mio umilissimo parere l’atteggiamento ostile nei confronti di questa scienza dovrebbe essere rivisto, perché la sua messa in pratica su larga scala, non farebbe altro che mutare al meglio il creato, spesso bistrattato dall’uomo.
Per questo, l’ipotetico viaggio compiuto da Thebauryon, forse dovrebbe farlo l’intera umanità per rimodellare e rendere infallibile il proprio io, in modo che l’essere umano non abbia mai più a cadere nelle bassezze e nelle pastoie che lo rendono vulnerabile e imperfetto.
Doverosamente aggiungo che l’autrice, per quello che si può desumere dall’opera, in questa branca scientifica è una luminare che non mi meraviglierei se un giorno divenisse caposcuola di teorie ancora più ardite e innovative, utili all’umanità.
Anzi, secondo il mio umilissimo parere, sarebbe bene che un pubblico molto vasto leggesse questa sua, perché potrebbe essere chiarificatrice per la mente e l’orizzonte di molte persone che vivono un’esistenza problematica.
Andrea Runco
Maggiori informazioni sull’opera al seguente link: vai alla scheda.
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