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“Un’opera di elevato contenuto”

Recensione del libro “Soltanto elucubrazioni? Riflessioni ed appunti” di Antonio Mungo (Mario Vallone Editore).

Il libro del Prof. Antonio Mungo “Soltanto elucubrazioni? Riflessioni e Appunti, Mario Vallone Editore, è un’opera di elevato contenuto poetico, letterario, narrativo, storico, lirico, realizzata lontano da fonti di ispirazione o tendenza plagiaria dei più grandi poeti quali Omero, Dante, Leopardi, Manzoni, Carducci, Pascoli, Foscolo ed altri ancora.

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“Un’opera di elevato contenuto”

Recensione del libro “Soltanto elucubrazioni? Riflessioni ed appunti” di Antonio Mungo (Mario Vallone Editore).

Il libro del Prof. Antonio Mungo “Soltanto elucubrazioni? Riflessioni e Appunti, Mario Vallone Editore, è un’opera di elevato contenuto poetico, letterario, narrativo, storico, lirico, realizzata lontano da fonti di ispirazione o tendenza plagiaria dei più grandi poeti quali Omero, Dante, Leopardi, Manzoni, Carducci, Pascoli, Foscolo ed altri ancora. A tal punto, mi corre l’obbligo di fare l’elogio alla poesia e poi all’affascinante e profonda autobiografia illustrata nella seconda e ultima parte del libro dalla quale, per la sua indiscussa magistralità, permette di ricavare tesoro culturale a chiunque lo legga o, meglio, più volte lo rilegga.

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Meditazioni sul mondo di Antonio Mungo

Le mie impressioni all’indomani della  lettura del libro: “Soltanto elucubrazioni? Riflessioni e appunti”
di Antonio Mungo (Mario Vallone Editore) 
Dopo aver letto, con vera partecipazione emotiva, le pagine della recente pubblicazione di Antonio Mungo, si comprende facilmente come il poeta riesca, con una  naturale leggerezza, a trasportare il lettore nel mondo che descrive e come lo faccia con raffinato afflato in versi nobili, dettati dalla voce della sua anima. 
Si può, pertanto, ricomporre il mosaico del suo vissuto, ove ogni tassello, doviziosamente è, ora stilla di piacere,  ora ammirazione e quindi contemplazione e passione. 

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Il libro di Antonio Mungo secondo Andrea Runco

“Soltanto elucubrazioni? Riflessioni ed appunti”

di Antonio Mungo

Riflessioni di Andrea Runco

Questa volta il nostro amico Antonio, per la naturale inclinazione allo studio e alle riflessioni sul proprio vissuto e quanto lo circonda, può essere annoverato nella categoria dei grandi pensatori. Ciò è confermato dall’opera che ha dato alla stampa dal titolo: “Soltanto elucubrazioni? Riflessioni ed appunti” la quale, sancisce non solo quanto appena detto, ma è anche l’opportunità di farci conoscere meglio lo scrittore e l’uomo. Continua a leggere Il libro di Antonio Mungo secondo Andrea Runco

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“Le emozioni vere di una vita”

Ennesima recensione dell’ultimo libro di Antonio Mungo “Soltanto elucubrazioni? Riflessioni ed appunti” (Mario Vallone Editore).

Questo terzo libro prosegue una serie di riflessioni derivanti dall’osservazione del mondo del mio professore, Antonio Mungo. 
Alcune le ho ritrovate, perché le avevo apprese nell’età formativa, e ne sono ancora grata. 

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“Il sentiero dei Nubi” secondo Andrea Runco

Il sentiero dei nubi

di Maria Luisa Sgandurra

Mario Vallone Editore

Riflessioni di Andrea Runco

Dinanzi all’eterno quesito “Chi sono?” l’uomo si pone tanti interrogativi senza riuscire a trovare il bandolo della matassa. A meno chè non voglia ricorrere al consulto di professionisti esperti o al supporto chiarificatore che la nostra autrice Maria Luisa Sgandurra ci offre con la sua importantissima opera: “Il sentiero dei Nubi”. Continua a leggere “Il sentiero dei Nubi” secondo Andrea Runco

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“Versi che sanno di casa e d’infanzia, ma anche di vita che ritorna…”

Ancora una recensione dell’ultimo libro di Antonio Mungo “Soltanto elucubrazioni? Riflessioni ed appunti” (Mario Vallone Editore).

Magia della “controra”, mi verrebbe da dire, si, magia di quell’ora assonnante e silenziosa in cui, fra un momento di relax e un sospiro di nostalgia, fra luci e ombre della mente, quasi in attesa che la famiglia torni a riunirsi, tornano al cuore figure e giorni d’un tempo, d’un tempo ormai senza tempo, sempre fermo in se stesso e fisso nel profondo dell’anima, quasi un attimo che torna col ritmo dell’effetto alone.

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Un brigante spietato…

Uno dei briganti preunitari più celebri della Calabria fu senza dubbio Francesco Moscato detto ’u Vizzarru (Bizzarro). A volte nei racconti le azioni scellerate dei briganti venivano esagerate, nel caso del Vizzarro erano già cosi orribili da non aver bisogno di essere ingigantite. Gli ultimi a dimenticarlo sarebbero stati quei paesi che ebbero la sventura di averci a che fare e dove lasciò un segno tangibile della sua crudeltà, sicuramente non ultimo Vazzano, suo paese natale.
Scrive nella prefazione la Prof. Caterina Villì: “In questo impasto narrativo, variegato, c’erano tutti gli elementi per attrarre noi uditori e lettori: la storia del Mezzogiorno preunitaria, durante quel famoso decennio napoleonico (1806-1815), terreno fertile per il brigantaggio (o banditismo?), la povertà più bisognosa, fors’anche estrema tout court una condizione di chiara necessità che a volte spingeva a farsi brigante per sbarcare il lunario, quindi non mostrando alcun interesse per le cause politiche, sociali ed economiche”. Di lui ’Vizzarro scrissero in tanti, come ricorda con puntualità l’autore del volume Gianluca D’Antino, tutti nomi illustrissimi, come Alexander Dumas, già tra i viaggiatori più famosi del Grand Tour fino a Sharo Gambino, luminoso giornalista, narratore e saggista meridionalista.
Gli furono dedicati pagine e pagine , a volte fiorite, componimenti poetici e opere pittoriche: da Francesco Ruffa di Tropea (1865) la bellissima lirica: Il Vizzarro, che forse meglio descrive con una potente vis tragica l’uccisione del brigante; di pari pregio e maggiore intensità poetica-narrativa il poema dialettale ’U Vizzarru del dr. Francesco Fazzalari, già stimato farmacista e sindaco longevo; infine i famosi acquerelli di Bartolomeo Pinelli uniche e raffinate sequenze iconografiche dell’ultimo tempo del brigante.
Scrive Gianluca D’Antino nell’introduzione: ”I briganti erano molto lontani dalla nobile figura del celebre Robin Hood, che rubava ai ricchi per dare ai poveri, i nostri briganti erano spietati: uccidevano, stupravano, rubavano, torturavano, ricattavano, vessavano, insomma di eroico non avevano proprio nulla”.

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