Descrizione
Sinossi
“Le menti più normali penseranno sicuramente che la mia codardia sia in grado di superare i misteri delle oscure volte celesti che occupano latenti l’infinito cosmo, ma è quando si acquisisce il temporaneo coraggio di sbirciare al di là dell’universo che tutto diviene inevitabilmente follia”
Nota biografica
Il trentenne Antonio Pilato nasce nella città di Ravenna,
provincia romagnola in cui dimora tuttora.
Dottore in Psicologia e in Pedagogia che lavora nel campo della formazione continua, sin dall’infanzia si appassiona alla letteratura dell’orrore, genere di cui è riuscito a leggere quasi cento opere soltanto negli ultimi due anni e a cui ha dedicato la sua terza tesi di laurea.
Profondamente e visceralmente influenzato dalla prosa stilistica
di autori del culto come King, Lovecraft, Ligotti, Poe, Chambers
e Ashton Smith, dal 2018 ha iniziato a trasformare i propri sogni letti in realtà scritta, creando piccole storie inquietanti e filosofiche materializzabili nella grottesca quotidianità
MARIA TERESA LEZZI FIORENTINO –
Antonio Pilato , Incubi grotteschi di esiliati sognatori
Se incuriosire il lettore, affascinarlo e conquistarlo, sono tra gli obiettivi prioritari che lo scrittore ha inteso prefiggersi con INCUBI GROTTESCHI DI ESILIATI SOGNATORI, il successo è assicurato.
Una lettura di forte impatto, con la realtà che si accartoccia nelle pieghe della fantasia e le parole che si susseguono in un gioco di ossimori spregiudicati intriganti e di aggettivazioni che stupiscono sempre, amplificando o alterando il significato dei nomi in modo abnorme (sudici ringraziamenti, sontuosi capelli biondi, ignobile poltrona, ecc.).
La narrazione ci regala un caleidoscopio di singolari atmosfere e di pensieri ineffabili, che l’autore padroneggia con stile:
“Il libero arbitrio è contenuto in una gigantesca campana di vetro invisibile.”
“La notte più buia è abituata ad avanzare con dolce tirannia verso ogni cosa, nutrendosi di luce e accrescendo l’ombra.”
“Alle notti trascorse nel timore rivolto a ciò che ci osserva temendo i nostri sguardi.”
“Ci sono follie che capitombolano all’improvviso nei luoghi più oscuri del proprio cuore. Di ogni uomo.”
Sono veramente tante le espressioni che fanno vivere o rivivere le situazioni narrate o ripescate tra gli incubi personali, ma non c’è tempo per riflettere, perché presto ci raggiunge l’eco di qualcuno che sghignazza, forse presente solo nella nostra mente, mentre il finale a sorpresa è già sotto i nostri occhi.
La scansione in tre sezioni, che racchiudono quattro racconti ciascuna, agevola la lettura e talvolta anche la rilettura, resa necessaria da passaggi oscuri e dal finale inatteso.
È per me un genere nuovo, ma “Gli incubi” di Antonio sono un invito ad approfondire le mie conoscenze.
Maria Teresa Lezzi Fiorentino
Maria Teresa Lezzi Fiorentino –
Antonio Pilato , Incubi grotteschi di esiliati sognatori
Se incuriosire il lettore, affascinarlo e conquistarlo, sono tra gli obiettivi prioritari che lo scrittore ha inteso prefiggersi con INCUBI GROTTESCHI DI ESILIATI SOGNATORI, il successo è assicurato.
Una lettura di forte impatto, con la realtà che si accartoccia nelle pieghe della fantasia e le parole che si susseguono in un gioco di ossimori spregiudicati intriganti e di aggettivazioni che stupiscono sempre, amplificando o alterando il significato dei nomi in modo abnorme (sudici ringraziamenti, sontuosi capelli biondi, ignobile poltrona, ecc.).
La narrazione ci regala un caleidoscopio di singolari atmosfere e di pensieri ineffabili, che l’autore padroneggia con stile:
“Il libero arbitrio è contenuto in una gigantesca campana di vetro invisibile.”
“La notte più buia è abituata ad avanzare con dolce tirannia verso ogni cosa, nutrendosi di luce e accrescendo l’ombra.”
“Alle notti trascorse nel timore rivolto a ciò che ci osserva temendo i nostri sguardi.”
“Ci sono follie che capitombolano all’improvviso nei luoghi più oscuri del proprio cuore. Di ogni uomo.”
Sono veramente tante le espressioni che fanno vivere o rivivere le situazioni narrate o ripescate tra gli incubi personali, ma non c’è tempo per riflettere, perché presto ci raggiunge l’eco di qualcuno che sghignazza, forse presente solo nella nostra mente, mentre il finale a sorpresa è già sotto i nostri occhi.
La scansione in tre sezioni, che racchiudono quattro racconti ciascuna, agevola la lettura e talvolta anche la rilettura, resa necessaria da passaggi oscuri e dal finale inatteso.
È per me un genere nuovo, ma “Gli incubi” di Antonio sono un invito ad approfondire le mie conoscenze.
Maria Teresa Lezzi Fiorentino